Quando la gravidanza si trasforma in paura

Quando avete saputo di aspettare un bambino una gioia immensa vi ha pervaso e avete cominciato ad immaginare il meglio per lui.



“Magari sarà maschietto, lo desidererei proprio un bel fagottino morbido da stringere fra le braccia. All'inizio avrò paura anche di sfiorarlo per timore di fargli del male. Sarà il mio piccolo indifeso, farò del mio meglio per lui. Non ti mancherà nulla, avrai solo il meglio. Abbiamo già una casa spaziosa ed accogliente. Non sei ancora arrivato ma hai una cameretta piena di giochini e tutti gli accessori che servono ai bebè.” pensi fra te e te. 


Però accanto alla gioia ci sono tante preoccupazioni. Cominci a dire “E se qualcosa dovesse andare storto? La gravidanza andrà liscia? Dovremmo fare tutte le analisi per capire se va tutto bene. Andremo dal migliore ginecologo della città. Non badiamo a spese. Anche i nonni si sono informati per trovare un medico che ci accompagni passo dopo passo in questa nostra prima esperienza di genitorialità. Andrà tutto bene, abbiamo il sostegno di tutti. È normale avere paura, no? È una bellissima notizia, ma anche un grosso carico di responsabilità. Spero solo il meglio per lui. Spero che sia una bambino sveglio, intelligente, carino, magari anche divertente. Farà le migliori scuole proprio come mamma e papà ed ha già un futuro spianato se vorrà. Abbiamo già pensato a comprargli una casa per quando sarà grande.”


“Non staremo correndo troppo?” chiede il tuo partner. E forse ha ragione. Intanto pensa alla gravidanza. Evitiamo alcol e fumo, qualsiasi cosa possa far male al bambino. Ogni accorgimento che ci suggerisce la ginecologa noi lo mettiamo in pratica. Non c’è genitore più preciso di noi, ce la faremo. Le analisi sono tutte a posto, che sollievo! 


E poi arriva il momento. Il momento tanto atteso: il parto. Sarà naturale con epidurale. Speriamo bene, sembra essere tutto regolare. Il dolore insopportabile era messo in conto, ma nessuno poteva immaginarlo prima di provarlo.


Dopo aver pronunciato l’ultimo “Spinga” l’ostetrica è finalmente riuscita a farlo nascere. “Che stanchezza, che dolore, ma finalmente è finita. Voglio solo mio figlio!”pensi. “È un maschio!” dice l’infermiera. Ma non mi danno subito il mio frugoletto. Passa molto tempo prima di poterlo abbracciare, ma finalmente ecco il dottore che me lo porta. “È bellissimo” pensi. È stupendo, ti si illuminano gli occhi perché quello è tuo figlio. Ma il dottore non ti lascia da sola con lui e ti tocca la spalla, ti distrae per un attimo da lui e ti dice: “Signora, mi dispiace molto, ma durante il parto il bimbo si è strozzato con il cordone ombelicale. Per diversi minuti è stato in condizioni di scarso ossigeno, non sappiamo che problemi potrebbe avere. Al momento sta bene, non c’è nulla che non va, ma la seguiremo con più attenzione per vedere se ci sono stati danni permanenti.”


Il mondo ti cade addosso. 


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